PITTORI DI VICCHIO nel mondo

Giovanni Malesci (1884 - 1969)

nato il 13 settembre 1884 a Vespignano (Vicchio) e scomparso nel 1969 alla vigilia del suo ottantacinquesimo compleanno, è stato artista importante del movimento dei macchiaioli. Fu accolto a titolo gratuito nello studio di Giovanni Fattori (1825-1908); tra i due nacque subito una stima reciproca, che divenne nel corso di pochi anni un'amicizia profonda che si consolidò e venne sottolineata proprio alla morte di Fattori, che decise di lasciare il suo giovane allievo unico erede universale. Da allora Malesci si impegnò a conservare l'opera del suo grande maestro e a rispettarne le volontà, lavorando per promuoverne la memoria presso la critica e l'opinione pubblica. Decisivi sotto il profilo artistico i numerosi viaggi che lo portarono sulle coste della campania e poi in Bretagna, Normandia, Belgio e Paesi Bassi alla costante ricerca di nuovi tipi di paesaggio e di diverse condizioni di luce.

 

Rutilio Muti (1904 - 1995)

accorato poeta del colore, nato a Vicchio nel 1904, ha raccolto e tradotto in colore fino al 1995, anno della morte, le emozioni della sua terra di origine lasciando una viva testimonianza nella pittura paesaggistica del novecento. La sua opera mostra attraverso la centralità del paesaggio toscano, pianure, colline, animali, abilmente fermati sulla tela, il suo amore per la luce e il legame con la tradizione quasi millenaria della scuola giottesca così radicata a Vicchio.  Nel 1928 incontra il pittore Ferruccio Rontini, di scuola livornese, e con lui inizia a lavorare con costanza e impegno, girando l'italia e partecipando a mostre e concorsi dai quali riceve riconoscimenti e notorietà. Pur maturando negli anni, il suo stile sarà sempre quello di interpretare la realtà con la vivace poesia del colore per insegnarci ad apprezzare il mistero e la bellezza della vita.

 

Armeno Mattioli (1920 - 2010)

nasce a Vicchio nel 1920. Sin dalla giovinezza mostra una netta predilezione per il disegno e la pittura ed a soli 13 anni ha l'incontro che segnerà la sua carriera pittorica. E' infatti nel 1933 che Mattioli conosce Rontini dal quale apprende i fondamenti della tecnica e dello stile. Col maestro ben presto nascerà una sincera amicizia, rafforzata dalla comune passione e dalle numerose escursioni per il Mugello a dipingere assieme. Nel 1960 Mattioli si reca per la prima volta al Monte Athos, in Grecia, per dipingere gli esterni. L'atmosfera del sacro monte, la spiritualità dei luoghi e dei monaci non potevano non coinvolgere una mente come quella di Armeno. Dal 1960 ritornerà a più riprese al Monte Athos, questa volta per dipingere gli interni; le produzioni pittoriche che nascono sono sicuramente una delle massime espressioni dell'artista. Vivrà in Grecia dove morirà nel 2010.

 

Renato (Aldo Renato) Guttuso (1911 - 1987) 

nato a Bagheria ha iniziato appena tredicenne a datare e firmare i propri quadri. Nell'adolescenza frequenta lo studio del pittore futurista Pippo Rizzo. Rifiutato ogni canone accademico, con le figure libere nello spazio o la ricerca del puro senso del colore, s'inserisce nel movimento artistico "Corrente" che con atteggiamenti scapigliati s'oppone alla cultura ufficiale dell'epoca. A Vicchio partecipò all'inaugurazione della casa di Giotto che ebbe luogo l'8 Maggio del 1975 e tenne l'orazione ufficiale davanti ai cittadini ed a numerose personalità della cultura e della vita politica e lasciò un omaggio al grande maestro (mastro Giotto).

 

Ferruccio Rontini (1893-1964)

nacque a Firenze nel 1893. Fin da giovane dimostrò di possedere notevoli doti per il disegno e per la pittura, incoraggiato dallo zio paterno Alessandro Rontini, già pittore ed affermato restauratore di opere d’arte antica. Nel 1909, per seguire il padre, il quale lavorava come ispettore amministrativo delle ferrovie, l’intera famiglia si trasferì a Livorno, città nella quale l’artista trascorse la maggior perte della propria vita. Allo scoppio della prima guerra mondiale, l’artista venne chiamato a prestare il suo contributo al fronte. Tornato dalla guerra, si stabilì per un certo periodo in Maremma, luogo proficuo per la sua produzione pittorica dominata da: campagne, casolari, boschi, fossi, mandrie. Nel 1920 Rontini fu tra i protagonisti della prima riunione del Gruppo Labronico, figurando tra i firmatari dell’atto di fondazione del Gruppo stesso. La fine degli anni Trenta fu caratterizzata per Rontini da numerose difficoltà, sia sul piano fisico che su quello economico. L’artistà, nel continuare a lavorare dal vero, iniziò ad essere accompagnato dal figlio Giulio. Alla fine degli anni Quaranta si stabilì definitivamente a Vicchio dove si spense, improvvisamente, nel 1964.

 

Giulio da Vicchio (Giulio Rontini) (1925-2004)

nato a Vicchio di Mugello il 16 dicembre 1925 ed ha iniziato fin dalla più giovane età a dipingere con il padre Ferruccio.  Nel 1944, a 19 anni, Giulio, figlio di Ferruccio Rontini e Gilda Ciullini, diventò Giulio da Vicchio, il nome con il quale avrebbe firmato i quadri dove nacque e crebbe, Vicchio appunto. La strada sarebbe quella solcata dai post macchiaioli, e anche per questo decise di trasferirsi a Livorno, dove ha lavorato e vissuto fino alla morte e dove frequentò Giovanni Fattori e i soci del «Gruppo Labronico». Negli anni  subisce il fascino delle due diverse terre, quella di origine, il Mugello, con quei paesaggi infiniti e verdi, talvolta crespi e cupi, fatti di vita dura nei campi, e quella di Livorno, con il profumo di mare e la crudezza dei suoi pescatori. A un certo punto scoprirà la Sicilia, terra forte e drammatica con tutte le sue contraddizioni (si tratta degli anni Cinquanta) grazie al matrimonio con Rosa Giulio D'Alessandro, magistrato, originaria di Caltagirone. Una compagna di vita che ha segnato molto il percorso del maestro. Segnato dal dolore e dai lutti: prima la morte del figlio, a soli 31 anni, che aveva chiamato Ferruccio, come il padre, e poi quella della nipote, Pia Rontini, uccisa nel 1974 e nel 1997 un tumore si porta via la moglie. Giulio Da Vicchio porterà quel velo di malinconia negli occhi e sulla tavola.

 

Foresto Mariannini (1934 - 2005)

nasce nella piccola frazione del Cistio nel comune di Vicchio di Mugello (FI) il 16 gennaio 1934. e vie a Vicchio fino alla data della morte il 6 febbraio 2005. Inizialmente dipinge nello stile postmacchiaiolo, avviato nel Mugello dai pittori vicchiesi Giovanni Malesci, Ferruccio Rontini e più vicino a lui, anche se di una generazione più vecchia, Rutilio Muti. Successivamente si distaccherà da questa tradizione avviando una pittura sempre meno legata al vero con tecnica a spatola. Ha avuto diversi studi in Firenze e visse la tragedia dell'alluvione il 4 novembre del 1966. Tra i suoi allievi la figlia  Elisa Marianini, pittrice e storica dell'arte. 

 

Per promuovere il territorio come luogo d’arte e di operatori d’arte è nata l'associazione Dalle terre di Giotto e dell'Angelico

 

Ultimo aggiornamento: Gio, 20/02/2020 - 11:15
Creazione: Lun, 27/01/2020 - 11:07