Beato Giovanni de’ Bruni (o Giovanni da Vespignano) nato a Vespignano (Vicchio), da famiglia nobile e ricca, fin da giovane seguì la vocazione e si trasferì a Firenze, dove, insieme all’amico Barduccio Barducci, si dedicò a opere di carità. Secondo la leggenda, si ritirava in preghiera presso una cappellina in loc. Vespignano, mentre nei campi i buoi portavano a termine da soli l’opera interrotta.
"Nato nel villaggio di Vespignano in seno all'antica e nobile famiglia de' Bruni che quivi possedeva in que' tempi case e beni rurali, ebbe a padre Loncio di Bencivenni de' Bruni. Fin da' più teneri anni fu uomo pio, caritatevole e adorno di illibati e santi costumi; ed essendo ormai chiaro, per più testimonianze, lui non essere stato di servile ma di nobile condizione, cadono perciò tutte quelle false tradizioni che intorno alla giovane vita circolano pel nostro Mugello, quali sarebbero: e d'esser stato agricoltore lavorando nè campi, gli aggiogati bovi compiessero da per sè il loro ufficio, mentre egli in un vicino tempietto stava ritirato a fare orazione: e che poi fosse servitore di illustre famiglia in Firenze; tradizione nate nel trovarsi nei campi vicini a Vespignano un antico oratorio detto anche adesso La Bruna in cui non è improbabile che quivi orasse, ma non come contadino ma come padrone e proprietario, e poscia, chiamato da Dio, venisse in Firenze a oprar meraviglie di cristiane virtù. ...... In lode dè due buoni servi di Dio anche Luigi Pulci fiorentino nel c. 79 del suo Centiloquio dice " Negli anni mille trecento trentuno - morirono in Firenze due sant'uomini - vissuti in penitenzia ed in digiuno- E la lor santità vuol ch'io li nomini: - Barduccio l'uno al luogo Romitano - e l'altro ancor nè detti anni Domini - Giovanni si chiamò da Vespignano - ch'è in S.Pier Maggiore fra gli altri stacoli (sepolti) - e di lor pigli esempio ogni cristiano - nè sia alcun che l'anima sua macoli - ma seguiti lor santo portamento - che Iddio mostrò per Lor molti miracoli" (tratto da "STORIA ANTICA E MODERNA DEL MUGELLO" di Lino Chini, Libro V cap. V - Multigrafica Editrice)
Dopo la sua morte, "avvenuta sett'anni dopo l'edificazione di Vicchio... a Firenze nell'anno 1331" il suo corpo fu traslato nella chiesa fiorentina di San Pier Maggiore e poi, a causa delle cattive condizioni della chiesa, nella pieve di San Giovanni Maggiore a Panicaglia, dove tuttora riposa, in una teca di vetro dietro l’altare maggiore.
"Il suo corpo si venera fin dal 1803 nella Pieve di San Giovanni Maggiore, dopo la sua traslazione da Firenze (morì alla veneranda età di 96 anni nel 1331 e fu sepolto nel Chiostro interiore del Monastero di San Pier Maggiore in Firenze), fra dieci, cento, mille polemiche poichè i vicchiesi lo volevano con giusta ragione tutto loro (la Curia gli lasciò solamente un dito), ma niente potettero contro l’allora potente pievano di San Giovanni Maggiore, Monsignor Antonio Dall’Ogna, canonico di Santa Maria del Fiore, amico fraterno dell’allora Arcivescovo di Firenze Anton Francesco Martini." dal libretto (cm.15x10), originale intitolato “-Vita del Beato Giovanni da Vespignano, colla traslazione delle sue sacre reliquie alla Pieve di San Giovanni Maggiore -- Firenze 1803, presso Ciardetti in Borgo SS. Apostoli
"Erano già scorsi quattro secoli e mezzo da che le sacre e venerande spoglie del Beato Giovanni da Vespignano godeano culto nell'insigne chiesa e monastero di San Pier Maggiore presso la porta a San Gallo di Firenze, quando a' dì 9 luglio 1784 vennero a irreparabile rovina quella chiesa e quel monastero in mezzo all'universale rammarico di tutta la cittadinanza, che vide in pochi dì ridotto ad un informe ammasso di macerie un tempio che vantava insigni preziose pitture... .... siccome tolsero ogni speranza di veder risorgere chiesa e monastero, così dettero luogo a pensare di rimuovere e trasferire altrove ... anche l'urna che conteneva l'ossa del Beato Giovanni. Giunta nuova di ciò nel centro della mugellana vallata, come un sol uomo si levaronsi gli abitanti, ardentissimo esprimendo il desiderio di riavere nella patria terra il loro beato compaesano." ".... nacquero forti contese fra le 2 chiese di S.Martino a Vespignano e quella di S.Giovanni Maggiore...... il dì 20 Settembre 1800 la Sagra Congregazione dè Riti riconobbe chiaro il cultoreso pubblicamente al beato sino quasi all'epoca della sua morte; e un altro decreto de' 2 maggio 1801 ne approvò la Messa e l'Officio per le 2 diogesi fiorentina e fiesolana. (tratto da "STORIA ANTICA E MODERNA DEL MUGELLO" di Lino Chini, Libro VIII cap. IV - Multigrafica Editrice)
La storia biografia del Beato Giovanni Bruni da Vespignano (quasi un secolo al servizio dei poveri, degli emarginati, carcerati, colerosi, appestati), è minuziosa, meticolosa, ma la cosa davvero straordinaria è leggere la relazione delle feste, fatte in Mugello durante il trasporto della salma del Beato, miracolosamente ancora intatta, lungo l’antica strada Granducale Faentina, scortata da un lungo corteo di personaggi notabili dell’epoca oltre alle variegate autorità ecclesiastiche: gente al passaggio da Fiesole, con la scesa verso le Salaiole con tutto il popolo di Sant’Ansano ad attendere, quindi tutto il popolo di Gricignano, per giungere alla maestosa Villa Marucelli della nobil famiglia Brunaccini-Compagni a Viterete, poi l’incredibile accoglienza ad Olmi con la chiesa parata a festa, l’ingresso nel Borgo San Lorenzo sopra il ponte mediceo della Sieve, per entrare nella Pieve illuminata a notte con grande maestosità di parati e luminarie, ed infine la salitella verso Panicaglia e finalmente ecco San Giovanni Maggiore. Il corpo del Beato Giovanni Bruni da Vespignano, benchè ormai dimenticato, si trova sotto l’Altar Maggiore di quella vetusta e magnifica pieve mugellana. Il suo culto come beato è stato confermato da papa Pio VII nel 1800.